HBs Ag

Ricerca dell'antigene di superficie del virus dell'epatite B (HbsAg=Hepatitis B superficial Antigene)

Rappresenta una parte del virus dell'epatite B (HBV) e compare ancora prima dell'esordio clinico della malattia (2-4 settimane dopo il contagio); tende a scomparire subito dopo la normale reazione delle transaminasi (vedi oltre). Identifica i soggetti con infezione in atto, ma non fornisce informazioni sulla replicazione virale. L'HbsAg generalmente persiste nell'organismo per 2-5 mesi, successivamente scompare. La persistenza di HbsAg oltre i 6 mesi definisce lo stato di portatore cronico; tale evoluzione si verifica nel 5-10% dei soggetti affetti da HBV.
Il virus dell'epatite B è un virus abbastanza complesso che presenta svariate parti: una parte centrale definita “core”, che contiene il genoma virale, una parte più esterna che avvolge il core e che viene chiamata “envelope” ed una parte ancora più esterna che è costituita dall'antigene di superficie . Ognuna di queste parti costituisce un antigene.
La positività per il test di screening (quello che viene eseguito su tutte le unità di sangue) esclude dalla donazione .
Per chi vuole approfondire:
Markers epatite B: indica l'insieme di antigeni, e relativi anticorpi, del virus dell'epatite B; in particolare:
HBsAb: indica l'anticorpo diretto contro l'antigene di superficie del virus o HbsAg; compare tardivamente e persiste per molto tempo. La comparsa precoce deve far temere una epatite fulminante, la positività attesta una pregressa esposizione al virus B ed ha un ruolo protettivo in caso di reinfezione. Presso il SIMT di Ragusa è stato eseguito uno studio in cui si dimostra la persistenza dell'HbsAB oltre 12 anni dopo la vaccinazione nel 80% dei casi esaminati (pazienti politrasfusi e lavoratori della sanità). Attualmente si associa la titolazione ai fini di valutare il livello di protezione nei confronti del virus e si ritiene che un titolo superiore a 10 UI sia da considerarsi ancora protettivo.
HBcAg: rappresenta l'antigene centrale (core) del virus.
HBcAb: è l'anticorpo specifico dell'antigene “core”; è il primo anticorpo che compare durante la fase clinica della malattia. La presenza di un titolo elevato (con prevalenza di IgM, vedi sopra) è indice di infezione recente o stato di portatore cronico se associato alla presenza di HBsAg. Titoli bassi (prevalenza di IgG, vedi sopra) possono persistere a lungo con il significato di pregressa infezione ed acquisita immunità.
HBeAg: rappresenta un indice di replicazione del virus; compare transitoriamente durante la fase di incubazione della malattia e scompare con la presenza di HBeAb (vedi sotto). La persistenza in circolo è correlata con lo sviluppo di una epatopatia cronica e con una maggiore infettività del sangue in cui sia presente, ma la sua assenza non esclude l'infettività del soggetto.
HBeAb: è l'anticorpo specifico dell'antigene “envelope”; in corso di epatite acuta compare subito dopo la negativizzazione dell'HBeAg. La sua presenza è considerata un elemento prognostico favorevole anche se in alcuni casi si osserva l'evoluzione verso la cronicizzazione dell'epatite. Nei soggetti portatori di HBsAg, la sua presenza indica una ridotta contagiosità.

Tabella riassuntiva dei markers dell'HBV e loro significato clinico

 

VIRUS EPATITE B

 

HBsAg

HbsAb

HbeAg

HBeAb

HBcAb-IgG

HBcAb-IgM

 

+

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Periodo di incubazione

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+

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Periodo di incubazione

+

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+

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+/-

+

Epatite acuta

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Epatite acuta senza HBsAg evidenziabile

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+/-

Convalescenza iniziale

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Guarigione iniziale

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Guarigione

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+

 

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Guarigione

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Guarigione con perdita di HbsAb

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Portatore cronico ad alta infettività

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Portatore cronico a bassa infettività

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Stato immune (da pregressa infezione o vaccinazione